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Caratteristiche principali dei dischi abrasivi
I dischi abrasivi sono composti da quattro elementi principali:
- l’abrasivo
- il suo legante
- le reti
- la ghiera e l’etichetta.
Durante l’utilizzo del disco abrasivo, l’unico elemento attivo ai fini delle operazioni di taglio o sbavatura, risulta essere l’abrasivo.
L’abrasivo è un utensile a spoglia negativa e pertanto non permette che piccole profondità di passata.
ESEGUIRE LE OPERAZIONI DI SBAVATURA UTILIZZANDO IL METODO DELLE PICCOLE PROFONDITÀ DI PASSATA
La velocità d’esercizio diventa il fattore determinante: una velocità elevata permette ad un maggior numero di utensili (grani di abrasivo) di svolgere la funzione di asportazione di piccole quantità di materiale nell’unità di tempo. Tale velocità non deve naturalmente superare le capacità meccaniche di resistenza a rottura del disco e perciò sull’etichetta di ogni singola mola è sempre indicato un limite sia in metri al secondo che in giri al minuto. Per mantenere un numero di giri elevato durante la lavorazione dei vari materiali la mola necessita di elettroutensili con potenza appropriata in modo che l’attrito non provochi un assorbimento di energia tale da non permettere il lavoro nelle migliori condizioni.
La regola generale sulla scelta degli abrasivi è la seguente:
Lavorazione di un materiale duro = mola tenera prodotta con un abrasivo molto tenace “duro*”.
Perché una mola tenera?
La mola deve essere tenera per permettere al grano di abrasivo di staccarsi una volta esaurita la sua funzione generando un facile ricambio (ravvivatura).
Perché un abrasivo tenace?
L’abrasivo deve essere tenace perché deve avere la capacità di scalfire il materiale. Un abrasivo duro infatti è anche fragile perciò rompendosi facilmente presenta sempre nuovi angoli taglienti in grado di scalfire anche materiali di notevole durezza.
Lavorazione di un materiale tenero = mola dura prodotta con un abrasivo meno tenace “meno duro*”.
Per le ragioni opposte a quelle sopra indicate.
Regola generale sulla scelta degli abrasivi
N.B.: Il criterio empirico per la valutazione della durezza dei materiali è definito dalla scala di Mohs che assume come riferimento la durezza di dieci minerali numerati progressivamente da 1 a 10 e tali che ciascuno è in grado di scalfire quello che lo precede ed è scalfito da quello che lo segue.